"Perchè scriviamo? Perchè davanti alla pagina non ci sono scuse, non si può mentire, è il nostro specchio più sincero: quando scriviamo, siamo."
Argentina, Emozioni da Valdes
Vivere il vento, la terra e il blu intenso dell'oceano; sentirsi per una volta gradevolmente fuori posto; farsi piccoli di fronte alla grandezza della natura.
Valdes e la Patagonia sono questo, infinite emozioni che si insinuano come radici nell'anima. L'uomo in mezzo al niente, vede il mondo.
Il motore si spegne, le portiere si aprono e si è soli con il fischiare del vento. Mulinelli di terra si sollevano attorno alle ruote, risalgono le caviglie. Le scarpe si impolverano, tutto si impolvera; lo sguardo si perde.
La luce è forte, quasi accecante, il cielo blu intenso.
La strada corre dritta davanti a noi, taglia la pampa e finisce nell'orizzonte.
L'occhio riposa e la mente non si stanca né si annoia.
Le nuvole passano veloci sopra di noi, basta poco ed il cielo si copre, si confonde il suolo. Tutto è più omogeneo, ovattato.
Fa freddo, piove.
La terra beve, si nutre e cambia colore.
I guanaco corrono a lato della strada, all'improvviso deviano e spariscono nella vegetazione bassa e riarsa.
Sanno dove andare, è casa loro.
La pioggia sta cessando, il vento riprende a soffiare forte, adesso è più caldo.
La terra si asciuga e torna a volteggiare in mulinelli che si innalzano, si scontrano, ci investono. Alcuni si dissolvono, altri continuano a correre, anche loro si perdono nell'orizzonte.
E' di nuovo silenzio.
Davanti a noi il mare. Ora grigio e severo riceve acqua dal cielo; ora cobalto scintilla al sole.
L'onda arriva, irrompe, si spezza e frange. Richiama le pietre che risuonano nella schiuma.
Il boato dell'oceano si confonde con i lamenti cupi dei leoni marini. La forza delle onde non li scuote, riposano sulla riva. D'un tratto si alzano, spalancano le bocche, ricadono pesanti, si scontrano. La lotta è breve: il più debole si fa da parte e torna la quiete.
Non hanno paura, è casa loro.
Il sole ha già riscaldato l'aria ha ridipinto le acque. Davanti a noi
una sottile linea smeraldo, separata dal resto dell'oceano da una barriera di terra scura.
Felici, impariamo lentamente a godere di ciò che ci circonda.
Siamo in alto, una scarpata di pietre scure ci separa dalla riva, tutto appare ancora più grande e selvaggio.
Non siamo soli, i pinguini di Magellano sono tantissimi e più lo sguardo cerca, più ne vede. Un'intera colonia si muove impacciata per raggiungere l’oceano. Una volta in acqua spariscono in fretta, ora sono sinuosi tra le onde. Ce ne sono altri, vicinissimi. Nelle loro conche sotto la vegetazione tengono in caldo le future vite. Gli occhi semichiusi, le penne lisce mosse dal vento.
Sanno come fare, è casa loro.
Ci sentiamo piccoli, sempre più piccoli e d'un tratto riusciamo a vederci dall'alto. Il nostro pensiero sale veloce come un vortice, chiudiamo gli occhi ed eccoci laggiù, quasi invisibili; punti di colore in una terra sconfinata e primitiva. Quasi un brivido, senso di vertigine.
Valdes e la Patagonia sono questo, infinite emozioni che si insinuano come radici nell'anima. L'uomo in mezzo al niente, vede il mondo.
Il motore si spegne, le portiere si aprono e si è soli con il fischiare del vento. Mulinelli di terra si sollevano attorno alle ruote, risalgono le caviglie. Le scarpe si impolverano, tutto si impolvera; lo sguardo si perde.
La luce è forte, quasi accecante, il cielo blu intenso.
La strada corre dritta davanti a noi, taglia la pampa e finisce nell'orizzonte.
L'occhio riposa e la mente non si stanca né si annoia.
Le nuvole passano veloci sopra di noi, basta poco ed il cielo si copre, si confonde il suolo. Tutto è più omogeneo, ovattato.
Fa freddo, piove.
La terra beve, si nutre e cambia colore.
I guanaco corrono a lato della strada, all'improvviso deviano e spariscono nella vegetazione bassa e riarsa.
Sanno dove andare, è casa loro.
La pioggia sta cessando, il vento riprende a soffiare forte, adesso è più caldo.
La terra si asciuga e torna a volteggiare in mulinelli che si innalzano, si scontrano, ci investono. Alcuni si dissolvono, altri continuano a correre, anche loro si perdono nell'orizzonte.
E' di nuovo silenzio.
Davanti a noi il mare. Ora grigio e severo riceve acqua dal cielo; ora cobalto scintilla al sole.
L'onda arriva, irrompe, si spezza e frange. Richiama le pietre che risuonano nella schiuma.
Il boato dell'oceano si confonde con i lamenti cupi dei leoni marini. La forza delle onde non li scuote, riposano sulla riva. D'un tratto si alzano, spalancano le bocche, ricadono pesanti, si scontrano. La lotta è breve: il più debole si fa da parte e torna la quiete.
Non hanno paura, è casa loro.
Il sole ha già riscaldato l'aria ha ridipinto le acque. Davanti a noi
una sottile linea smeraldo, separata dal resto dell'oceano da una barriera di terra scura.
Felici, impariamo lentamente a godere di ciò che ci circonda.
Siamo in alto, una scarpata di pietre scure ci separa dalla riva, tutto appare ancora più grande e selvaggio.
Non siamo soli, i pinguini di Magellano sono tantissimi e più lo sguardo cerca, più ne vede. Un'intera colonia si muove impacciata per raggiungere l’oceano. Una volta in acqua spariscono in fretta, ora sono sinuosi tra le onde. Ce ne sono altri, vicinissimi. Nelle loro conche sotto la vegetazione tengono in caldo le future vite. Gli occhi semichiusi, le penne lisce mosse dal vento.
Sanno come fare, è casa loro.
Ci sentiamo piccoli, sempre più piccoli e d'un tratto riusciamo a vederci dall'alto. Il nostro pensiero sale veloce come un vortice, chiudiamo gli occhi ed eccoci laggiù, quasi invisibili; punti di colore in una terra sconfinata e primitiva. Quasi un brivido, senso di vertigine.
Questa è Valdes.
Qui noi non siamo di casa.
Qui nessuno ci dirà di non preoccuparci e di fare come fossimo a casa nostra.
Qui nessuno di noi farà la differenza.
Qui dobbiamo entrare in punta di piedi, fare gli ospiti educati e discreti.
Rimanere in silenzio ed ascoltare.
BETTA
Qui noi non siamo di casa.
Qui nessuno ci dirà di non preoccuparci e di fare come fossimo a casa nostra.
Qui nessuno di noi farà la differenza.
Qui dobbiamo entrare in punta di piedi, fare gli ospiti educati e discreti.
Rimanere in silenzio ed ascoltare.
BETTA